ITINERARIO DIDATTICA – TEMATICO

1 Itinerario tematico “Cosa succede in Europa?

 
La storia della Prima Guerra Mondiale combattutasi anche sulle aspre cime della Marmolada viene di seguito raccontata ponendo l’attenzione su alcune delle tematiche tipiche della guerra in alta montagna.

Sulle pareti lungo tutto il percorso museale vengono poste delle domande. Scopo della visita è quello di trovarne le risposte, leggendole in forma sintetica sulle pareti stesse, ampliandole con informazioni e riflessioni e discuterle in un secondo momento.

Cosa succede in Europa?

La Prima Guerra Mondiale vide schierarsi su diversi fronti, con modalità e motivazioni differenti, varie popolazioni.

Semplifichiamo una questione assai complessa:

  • l’Impero Austro-Ungarico nel 1914 aveva perso molto del suo potere in ambito europeo per la nascita dei due nuovi stati nazionali, Italia e Germania, che l’avevano spinto a proporre e firmare un contratto di aiuto reciproco con questi ultimi nel 1882, la Triplice Alleanza e a rivolgere la propria attenzione verso i Balcani.
  • La situazione era qui preoccupante in quanto la Serbia, sotto la protezione della Russia aveva esteso il suo dominio con le guerre balcaniche nel 1912-13, divenendo così punto di riferimento per le tendenze nazionalistiche delle popolazioni serbe che vivevano ancora sotto il dominio asburgico.
  • Con l’assassinio di Sarajevo dell’Arciduca Francesco Ferdinando erede al trono asburgico, l’Austria Ungheria dichiara guerra alla Serbia con l’alleata Germania. Con la Serbia si schiera la Russia sua protettrice, con spiccati interessi nella zona balcanica per lo sbocco sul mare.
  • La Germania, storica nemica della Francia per la questione dell’Alsazia e della Lorena, riuscì con la nuova politica bellicosa del nuovo cancelliere Guglielmo II ad alienarsi la simpatia di Inghilterra e Russia, faticosamente conquistata da Bismark nel mandato precedente. Le 3 nazioni stipuleranno tra il 1904 e il 1907 la Triplice Intesa.
  • Intricato era poi il sistema di alleanze che coinvolgeva l’Impero Ottomano oramai in fase di dissolvimento, gli stati dei Balcani come Bosnia-Erzegovina appena annessa agli Asburgo, la Bulgaria e la sua dichiarazione d’indipendenza, l’Albania dilaniata dalle rivolte interne, fino all’Estremo Oriente, dove il Giappone, in seguito alla vittoria sulla Cina nei primi del ‘900 aveva stipulato alleanze con l’Inghilterra.

 
L’Europa già dai primi del ‘900 era pronta alla guerra, per problemi di politica interna e rivalità di carattere economico verso gli altri stati, il tutto sostenuto dal militarismo, inteso come atteggiamento favorevole ai metodi e ai valori della guerra. Lo scoppio del conflitto fu salutato con manifestazioni di grande entusiasmo in tutte le capitali coinvolte.

DOMANDE:

  1. Elenca gli stati europei che entrarono in guerra costruendo i due schieramenti.
  2. Gioco di ruolo: ognuno personifichi uno stato e reciti una piccola arringa per giustificare la sua entrata o meno in guerra

 
ITINERARIO TEMATICO 1
 

2 Itinerario tematico Propaganda e satira

 
La storia della Prima Guerra Mondiale combattutasi anche sulle aspre cime della Marmolada viene di seguito raccontata ponendo l’attenzione su alcune delle tematiche tipiche della guerra in alta montagna.

Sulle pareti lungo tutto il percorso museale vengono poste delle domande. Scopo della visita è quello di trovarne le risposte, leggendole in forma sintetica sulle pareti stesse, ampliandole con informazioni e riflessioni e discuterle in un secondo momento.

Propaganda e satira

L’Italia entrerà in guerra soltanto il 24 maggio 1915, un anno dopo. Non fu però un anno facile per il nuovo regno, che si vide travolto da accesi dibattiti tra fazioni opposte per l’entrata o meno nel conflitto. Da una parte i neutralisti, guidati dai socialisti ferventi oppositori dell’azione armata che non avrebbe che mandato al macello operai, contadini, padri o figli di famiglia per il volere dei generali e dei governanti. Dall’altra gli interventisti, convinti che solo un’entrata in guerra avrebbe reso l’Italia un vero stato nazionale alla pari degli altri europei, le avrebbe dato prestigio. Tra questi citiamo gli irredentisti, che vedevano nello scontro armato contro l’Impero Austro-Ungarico l’unica occasione per l’Italia di riprendersi le terre che le spettavano, Trento e Trieste.

Soprattutto da parte interventista, che vedeva schierati tra le sue fila intellettuali, scrittori e artisti del tempo – ricordiamo il movimento futurista e Gabriele d’Annunzio – vi fu una grande produzione di materiale di propaganda per smuovere le coscienze e i sentimenti nazionalisti della popolazione per lo più indifferente, incitandola perfino al “prestito nazionale”, donare cioè danari alle banche per aiutare l’armamento del regno.

DOMANDE:

  1. Cosa sono propaganda e satira e a cosa servono? Da chi erano usate? Con quali mezzi?
  2. Inventa qualche motto contro l’entrata in guerra

 
ITINERARIO TEMATICO 2
 

3 Itinerario tematico Identità

 
La storia della Prima Guerra Mondiale combattutasi anche sulle aspre cime della Marmolada viene di seguito raccontata ponendo l’attenzione su alcune delle tematiche tipiche della guerra in alta montagna.

Sulle pareti lungo tutto il percorso museale vengono poste delle domande. Scopo della visita è quello di trovarne le risposte, leggendole in forma sintetica sulle pareti stesse, ampliandole con informazioni e riflessioni e discuterle in un secondo momento.

Identità

La Prima Guerra Mondiale viene così chiamata perché coinvolse tante popolazioni dalle diverse radici culturali.

Si ritrovarono a combattere sullo stesso fronte contro uno stesso nemico genti del nord e genti del sud di un’Italia da poco costituita stato nazionale che parlavano italiani diversi. Allo stesso modo, in trincee opposte si videro divisi cognati, amici, colleghi che in tempi di pace abitavano le zone di confine.

In ambito italiano c’erano poi gli irredentisti trentini, abitanti di quelle zone di confine da parte Austro-Ungarica che sposavano la causa italiana riponendo nello stato novello le speranze e la fiducia di un futuro migliore. Percependo la loro terra al tempo sotto l’Austria di diritto italiano passarono a combattere con l’esercito regio, rischiando non solo la prigionia in caso di cattura, ma la morte certa per diserzione. Ricordiamo Cesare Battisti e Tullio Minghetti di origini trentine, che in Marmolada vollero per nemico l’esercito imperiale.

Gli Austriaci dal canto combattevano fianco a fianco gli Ungheresi, abitanti dello stesso grande impero, insieme a cechi e ruteni (minoranza etnica slava di quegli anni), mentre i prigionieri russi fungevano da portatori per il rifornimento, anche delle postazioni in Marmolada.

Ma nonostante la guerra tentasse di togliere loro ogni briciolo di umanità, sempre uomini erano, uomini con una famiglia e degli amici, un nome e una casa. Fu così che ad ogni soldato di ogni esercito, al momento della chiamata alle armi, veniva consegnata una piastrina da legare al collo. Grazie a questa, le distese di corpi dei caduti potevano avere un nome, un viso, una storia.

DOMANDE:

  1. Racconta la trasformazione da uomo a soldato (anche con un disegno).
  2. Immagina d’essere in trincea: che lingua si parlava? In Italia tutti parlavano il loro dialetto.
  3. Perché secondo te un russo si poteva trovare nel 1916 sulla cima della Marmolada?
  4. Gioco: ognuno scriva la sua piastrina inventandosi un nome e un cognome, scegliendo tra i personaggi conosciuti della storia. Ogni giocatore deve associare ai compagni il loro nome storico, senza chiederlo.

 
ITINERARIO TEMATICO 3
 

4 Itinerario tematico Marmolada

 
La storia della Prima Guerra Mondiale combattutasi anche sulle aspre cime della Marmolada viene di seguito raccontata ponendo l’attenzione su alcune delle tematiche tipiche della guerra in alta montagna.

Sulle pareti lungo tutto il percorso museale vengono poste delle domande. Scopo della visita è quello di trovarne le risposte, leggendole in forma sintetica sulle pareti stesse, ampliandole con informazioni e riflessioni e discuterle in un secondo momento.

Marmolada.
Cartina della Marmolada dove si indicano le postazioni di guerra

DOMANDE:

  1. Sulla cartina indica i luoghi della guerra

 

5 Itinerario tematico Baracca

La storia della Prima Guerra Mondiale combattutasi anche sulle aspre cime della Marmolada viene di seguito raccontata ponendo l’attenzione su alcune delle tematiche tipiche della guerra in alta montagna.

Sulle pareti lungo tutto il percorso museale vengono poste delle domande. Scopo della visita è quello di trovarne le risposte, leggendole in forma sintetica sulle pareti stesse, ampliandole con informazioni e riflessioni e discuterle in un secondo momento.

Baracca

Unico luogo di riparo per un po’ di riposo era la baracca. Non esisteva prato sicuro, roccia abbastanza grande da poter nascondere la stanchezza. Dopo i giorni in prima linea, le truppe ricevevano il cambio. Si ritiravano dunque nelle baracche appena dietro la trincea di prima linea, disseminate poi lungo tutta la strada per i centri abitati dove trovavano un po’ di riposo e di rifornimenti presidiati dai comandi ufficiali o gli ospedaletti militari.

In Marmolada e nei tratti del fronte in alta montagna, la costruzione delle baracche diveniva complessa: il pericolo di frane e valanghe era sempre in agguato e le poche e strette zone pianeggianti erano facile bersaglio per il nemico e di solito si trovavano ai piedi dei pendii rocciosi, zona di raccolta di grossi cumuli di neve e facilmente soggetta a valanghe.

Sulla Marmolada furono costruite per necessità baracche in punti davvero impossibili: attaccati alle rocce o in caverne di roccia o ghiaccio.

I rifugi ricavati dalle caverne con scavi o mine, erano i più sicuri. Rivestendo di legno le pareti rocciose e poi di carta, per non disperdere il calore, le baracche così ottenute non avevano nulla da invidiare alle vere baite da montagna. All’interno si trovava una stufa e il magazzino per viveri e materiali. Chiuse da una doppia porta, né il nemico né le intemperie potevano danneggiarle, se non con lo scoppio di mine.

Quando le baracche venivano costruite appese alla parete, come “nidi di rondine”, il più grosso problema era costituito dai canali che col tempo si formano nella parete per far scendere a valle sassi, acqua e neve. Il genio di guerra deviava allora questi canali ponendo sbarramenti nei punti più stretti e iniziando l’innesto di palafitte, affinché d’inverno possa emergere dalla neve. Le baracche così costruite dovevano ospitare fino a 30 uomini.

La baracca italiana non differisce tanto dalla baracca austro-ungarica; troviamo oggetti di uso quotidiano quali pettini, orologi, ditali, tabacco, spazzola e grasso per stivali. Molti oggetti sono stati rinvenuti nelle gallerie del ghiacciaio, alcune lanterne a candela a custodia pieghevole o ad acetilene, utensili da cucina, un frammento di disco per grammofono.

Particolarità della guerra in Marmolada fu la costruzione della Città di Ghiaccio.

DOMANDE:

  1. Elenca tutti gli oggetti che si potevano trovare in una baracca di soldati (fossero italiani o austriaci) e collegali raccontando una giornata in baracca.
  2. Guardati attorno, fuori dai finestroni: dove si potevano costruire delle baracche riparate? E riparate da chi?

 
ITINERARIO TEMATICO 5
 

6 Itinerario tematico Lavori

La storia della Prima Guerra Mondiale combattutasi anche sulle aspre cime della Marmolada viene di seguito raccontata ponendo l’attenzione su alcune delle tematiche tipiche della guerra in alta montagna.

Sulle pareti lungo tutto il percorso museale vengono poste delle domande. Scopo della visita è quello di trovarne le risposte, leggendole in forma sintetica sulle pareti stesse, ampliandole con informazioni e riflessioni e discuterle in un secondo momento.

Lavori

Nell’esercito non erano arruolati solo soldati e ufficiali. Parte integrante e fondamentale delle truppe era il Genio, corpo addetto alla costruzione di tutte le infrastrutture necessarie per lo spostamento di battaglioni e artiglieria, e per lo stanziamento di queste. Scavavano, costruivano, ancoravano alla roccia, facevano esplodere con micce e motori. Un motore di compressore è stato trovato proprio sulla Marmolada, utilizzato dagli Italiani per scavare la galleria “Rosso”, di attacco per la Forcella Vu, zona strategica per il controllo della Val Pettorina, del Col di Lana e del ghiacciaio in mano al nemico. Vanghe e badili, carriole e pulitori venivano poi utilizzati per lo svuotamento della galleria dal materiale di ostruzione, una carriola interamente conservata è stata trovata proprio nella galleria Rosso.

Ogni soldato aveva poi in dotazione personale oltre all’uniforme e allo zaino, una serie di attrezzi da lavoro che gli servivano per lo scavo di eventuali trincee e la sopravvivenza . rotoli di filo spinato, cesoie tagliareticolati di varia natura;

chiodi da roccia con corda di canapa furono invece ancorati nel Vallon dell’Antermoia dalle truppe italiane, 1800 m di fune per la conquista del Serauta, azione impossibile senza l’ausilio di questi materiali d’arrampicata.

Soltanto dal 1916 si iniziò ad usare in Marmolada la teleferica come strumento di rifornimento per le postazioni più alte, con tutti i disagi del notevole dislivello, soprattutto in condizioni climatiche e ambientali difficili, come poteva essere la frequente bufera. Erano teleferiche senza freni e prive di misure di sicurezza, pertanto spesso i materiali trasportati andavano persi e nel caso in cui trasportassero uomini, non c’era via di scampo. –racconto del Minghetti-

Prima delle teleferiche, i rifornimenti giungevano a dorso di mulo finché era possibile, poi in spalla. L’esercito austro-ungarico si serviva di 3910 portatori (molti dei quali prigionieri russi) per rifornire 700 uomini in trincea.

DOMANDE:

  1. Chi era il Genio? Che figure lo componevano?
  2. Cos’era la dotazione personale?
  3. Come trasportavano i materiali così in alta quota?
  4. Immagina di dover raggiungere la postazione di presidio in prima linea in Marmolada partendo da una baracca nelle retrovie; cosa porti con te?

 
ITINERARIO TEMATICO 6
 

7 Itinerario tematico Freddo

La storia della Prima Guerra Mondiale combattutasi anche sulle aspre cime della Marmolada viene di seguito raccontata ponendo l’attenzione su alcune delle tematiche tipiche della guerra in alta montagna.

Sulle pareti lungo tutto il percorso museale vengono poste delle domande. Scopo della visita è quello di trovarne le risposte, leggendole in forma sintetica sulle pareti stesse, ampliandole con informazioni e riflessioni e discuterle in un secondo momento.

Freddo

Primo nemico in assoluto nella guerra in alta montagna fu l’inverno.

Il freddo non si poteva sconfiggere con nessun mezzo: qualche stufa nelle baracche, ma nelle postazioni le giacche in dotazione erano le uniche protezioni, tanto che gli uomini usavano tenere sotto alcuni vestiti personali. Molti furono infatti i casi di assideramento, drammatiche le spedizioni di pattugliamento e le risalite dei costoni per le vedette.

La neve era insieme all’aspra roccia il vero ostacolo per le operazioni. Il disagio delle bufere obbligava all’immobilismo i soldati in trincee, gallerie e baracche e coglieva di sorpresa le vedette e i portatori, lasciando alcuni presidi isolati anche per giorni, ad esempio quello austriaco di Punta Penia a 3344m.

Le valanghe funsero invece da carnefici veri e propri. Proprio in Marmolada il 13 dicembre 1916 si avventò sulla postazione austriaca di Gran Poz la slavina più grossa della Prima Guerra Mondiale che seppellì senza possibilità di scampo 300 uomini.

DOMANDE:

  1. Elenca tutti i sintomi che provoca il freddo agli uomini.
  2. Cosa significa che il freddo fu il primo nemico universale contro cui combattere?
  3. A quanti gradi sotto zero sei mai stato? E a quanti gradi sotto zero scende la temperatura in Marmolada?
  4. Cosa sarebbe servito ai soldati per scaldarsi per davvero?

 
ITINERARIO TEMATICO 7
 

8 Itinerario tematico Ferite

La storia della Prima Guerra Mondiale combattutasi anche sulle aspre cime della Marmolada viene di seguito raccontata ponendo l’attenzione su alcune delle tematiche tipiche della guerra in alta montagna.

Sulle pareti lungo tutto il percorso museale vengono poste delle domande. Scopo della visita è quello di trovarne le risposte, leggendole in forma sintetica sulle pareti stesse, ampliandole con informazioni e riflessioni e discuterle in un secondo momento.

Ferite

In queste zone estremamente aspre si fronteggiarono nella guerra di posizione relativamente pochi uomini, qualche migliaia. Numeri quasi irrisori se si pensa alle battaglie dell’Isonzo in pianura. Praticamente metà truppa si occupava del rifornimento per la sopravvivenza dei combattenti che presidiavano le postazioni, e le battaglie furono sporadiche, vista la necessità di prepararle strategicamente alla perfezione, considerando solo in ultima lo scontro vero e proprio. Bisognava considerare prima come arrivare, arrampicando o scavando, sciando in alcuni punti e con scarpe chiodate in altri. Le perlustrazioni di poche centinaia di metri se sotto la bufera e di notte duravano ore lunghissime e bastava una valanga perché truppe, baracche e strategie rimanessero per sempre intrappolate nell’inverno perenne.

Pochi furono pertanto i feriti per cause belliche – pochi rispetto ad altre parti del fronte – e poche le diserzioni per le zone della Marmolada. Innumerevoli invece gli assiderati.

Vennero prese misure igieniche e mediche per quanto possibile efficienti viste le condizioni belliche e ambientali.

Per il trasporto dei feriti venivano utilizzate teleferiche, corde e scale di fune a pioli, barelle in fil di ferro dove immobilizzarli per poterli in qualche modo trasportare a valle negli ospedaletti da campo, di solito ricavati da strutture preesistenti, in queste zone di montagna per lo più alberghi o rifugi di nuova costruzione vista l’espansione turistica negli anni precedenti la guerra – ad esempio Malga Ciapèla.

DOMANDE:

  1. Come curavano i feriti in alta montagna?
  2. Come trasportavano i feriti?
  3. C’era sempre un medico o un chirurgo pronto per il soccorso?
  4. Il medico resisteva al freddo meglio dei soldati secondo te? Cosa se si ammalava lui?
  5. Dove avevano sede gli ospedaletti?

 
ITINERARIO TEMATICO 8
 

9 Itinerario tematico Armi

La storia della Prima Guerra Mondiale combattutasi anche sulle aspre cime della Marmolada viene di seguito raccontata ponendo l’attenzione su alcune delle tematiche tipiche della guerra in alta montagna.

Sulle pareti lungo tutto il percorso museale vengono poste delle domande. Scopo della visita è quello di trovarne le risposte, leggendole in forma sintetica sulle pareti stesse, ampliandole con informazioni e riflessioni e discuterle in un secondo momento.

Armi

La Grande Guerra era scoppiata nel 1914 e la previsione comune era di una guerra lampo, della durata di qualche mese. I vari stati europei erano corsi tutti agli armamenti, con artiglierie più o meno sviluppate già collaudate nelle guerre dei decenni precedenti. Vera novità degli ultimi anni dell’’800 era stato il fucile e la scoperta della polvere bianca, che non produceva scorie e non intasava la canna a basso calibro, permettendo quindi l’utilizzo di munizioni più leggere.

Il fucile esisteva già da qualche anno in Europa, ma fu in Italia nel 1891 che questo sistema a polvere bianca venne sperimentato e in seguito adottato in quello che venne chiamato il “fucile ‘91”. Munito anche di copricanna e sciabola-baionetta (arma bianca) venne adottato dagli Alpini già nel 1892, e grazie al suo otturatore Carcano (dal nome del capotecnico che l’aveva brevettato), di estrema semplicità ma robusto e affidabile, a 50 anni di distanza questo fucile era ancora adeguato e competitivo. Fu utilizzato da 3 generazioni d’Italiani in ben 5 guerre: i disordini di Milano nel 1898, la spedizione in Cina, la guerra in Libia, Prima Guerra Mondiale e occupazione del secondo dopoguerra.

La baionetta rimane l’arma bianca ancora in voga, anche se subisce delle modifiche viste le diverse modalità di fare la guerra – pochi scontri corpo a corpo. Venne apprezzata dalle truppe perché servì più che altro da attrezzo/coltello.

Le mitragliatrici venivano posizionate di solito all’interno delle gallerie e sparavano attraverso le feritoie appositamente effettuate. Tenevano sotto tiro le vie più trafficate, ad esempio dal Serauta verso il ghiacciaio. Fu proprio questo esser costantemente sotto tiro nemico che spinse l’esercito austriaco guidato dal ten. Ing. Leo Handl a progettare e costruire la città di ghiaccio.

Mortai e torpedini furono trasportati non senza estreme fatiche fin alle postazioni più alte. Il 1917 fu l’anno di maggior intensità per quanto riguarda le artiglierie e proprio in quell’anno Punta Penia, la vetta più alta a 3344m, fu armata di mortaio da 30,5cm.

Mine, granate e bombe a mano furono utilizzate anche in questa parte del fronte. Venivano istituiti veri e propri campi di esercitazione nella località di Malga Ciapèla per il lancio delle bombe e l’eventuale disinnesco. Proprio durante una di queste esercitazioni perse la vista il s. ten. Carlo Delcroix, abile e giovane ufficiale bersagliere, ardente interventista. Per salvare la vita ai compagni lì presenti, si offrì volontario per il disinnesco di alcune bombe inesplose dopo l’esercitazione. Fu l’ultimo ordigno, dopo la messa in sicurezza di numerosi pezzi, a costargli la vista e le membra.

Novità della Grande Guerra furono i gas, che obbligarono i soldati all’equipaggiarsi di maschere e protezioni ad hoc.

DOMANDE:

  1. Elenca le armi viste in museo; quale ti ha colpito di più?
  2. A cosa servivano le armi?
  3. Come morì il tenente Delcroix?
  4. Quali furono le armi inventate nella Prima Guerra Mondiale, oggi estremamente pericolose?

Suggerimenti per le schede di lavoro.

  • scegli un oggetto che trovi nel museo per raccontare quale tematica ti ha colpito di più.
  • Piccolo cruciverba Tunnel della vita /Trincea della morte vedi pdf
  • Da pezzi di diario o di lettere risalire al tema. stralci dei diari

 
ITINERARIO TEMATICO 9